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Nelle puntate scorse delle nostre “istruzioni per l’uso” abbiamo suggerito alcune regole generali per affrontare la carriera di cantante o cantautore (prima puntata) e poi indicato che cosa fare praticamente per realizzare il proprio sogno (seconda puntata); in particolare, abbiamo detto: frequentare una scuola di canto/musica, fare le piazze (intendendo per piazza non solo i luoghi, esterni o interni, dove si svolgono feste e manifestazioni ma anche radio e televisioni, che sono diventate ormai il veicolo più rapido ed efficace per “farsi sentire” in tutti i sensi, quindi anche come aspirante cantante).
Insomma, abbiamo parlato di preparazione e di gavetta, la strada percorsa in genere anche dai grandi cantanti, prima che divenissero tali.
In questa terza puntata, affrontiamo un suggerimento più delicato, quello di farsi sponsorizzare da qualcuno, ovviamente, che conta nel mondo della canzone. Chi conta allora? Le case discografiche e i grandi cantanti già affermati. E’ la via della clientela, nelle sue più colorite e variegate sfaccettature. Quanti pettegolezzi, quanti racconti anche boccacceschi si sono susseguiti nei decenni passati. Ma lasciamo perdere letti, divani, tangenti o altri dazi pagati per avere spazio in qualche festival, per poter aprire con una propria performance i concerti di grandi artisti. Stiamo in un ambito lecito, corretto. A lungo andare, si sa, solo chi ha talento, chi è preparato fa strada. Le scorciatoie sono foriere, spesso, di grandi delusioni.
Prendere contatti con le case discografiche non è facile. Spesso è un percorso lungo, ma vi assicuro che tutte le case discografiche, dalle più piccole alle più grandi, sono sempre a caccia di talenti.
Ci ho provato anch’io anni fa. Mi piaceva scrivere canzoni per ragazzi e chiesi al direttore dell’ufficio stampa di una grande casa discografica, che conoscevo per ragioni di lavoro, di presentarmi al direttore musicale. Cosa che avvenne. Portai le miei canzoncine, il maestro le suonò al pianoforte, mi segnalò i punti deboli e quelli originali e mi suggerì le opportune modifiche.
Esperienza mia a parte, questa è comunque un’ottima strada. Da tentare, senza scoraggiarsi, finché non otterrete gli appuntamenti richiesti. Che, con un po’ di fortuna, verranno di sicuro.
Un’altra possibilità, in fatto di clientela, è l’approccio diretto con un cantante. Sembra un percorso più difficile degli altri, ma in realtà non lo è. Basta scegliere il momento giusto. Per esempio, dopo un bel concerto cui avete partecipato, cercate di entrare come fan dietro le quinte per salutare il vostro idolo. Fate i complimenti, magari rischiate un’osservazione intelligente sulla serata, e una volta sciolto il ghiaccio buttatevi: dite chi siete, cosa avete fatto, e via dicendo. Se non basta una sola volta, provate ancora. Vi assicuro che funziona: so che Guccini sta volentieri con i fans dopo un concerto, magari a bere insieme un bicchiere di rosso. Alcuni miei amici lo hanno avvicinato così, e sono riusciti a rivederlo in altre occasioni e a farsi dare delle buone dritte… Da buon professore, non manda via.
Le frequentazioni con le case discografiche e con i grandi artisti del momento pagano, insomma.
Riandiamo a quanto visto l’anno scorso al Festival di Sanremo. Fabrizio Moro, vincitore della sezione giovani con “Pensa”. Faceva, è vero, il facchino all’Hotel Parco dei Principi di Roma, ma dal 2006 è entrato nel team di Giancarlo Bigazzi e Marco Falagiani. Bigazzi. Bigazzi è dagli Anni ‘70 autore e compositore di grande successo (“Montagne verdi”, “Rose rosse”, “Ti amo”, “Self control”, “Si può dare di più”). Marco Falagiani idem. A Sanremo, l’anno scorso, i FSC sono arrivati con un prezioso biglietto da vi¬sita, quello di Franco Battiato, con cui hanno collaborato nell’album “Il vuoto”. E ancora: Jasmine (“protetta” di Renato Zero); Mariangela (un passato di collaborazione in un programma della Hunziker); Patrizio Baù (un corso al Centro Europeo Tuscolano, scuola di musica leggera di Mogol e poi un contratto con l’Avventura, etichetta dello stesso Mogol); Pier Cortese (un bel tour con Consoli-Gazzé-Turci e un altro con lo stesso Simone Cristicchi, vincitore poi al Festival 2007) ed infine Khorakhané (gruppo legato alla fondazione Fabrizio De André).
Infine, per chiudere questo argomento, non dimenticate i programmi televisivi nati apposta per scoprire talenti, come quelli condotti da Maria De Filippi. Cercate informazioni su Internet. Sul web troverete a tutto anche su Sanremo Lab (Accademia della Canzone di Sanremo, che si avvale dell’esperienza dei Matia Bazar).
Sanremo Lab è un concorso annuale cui partecipano decine di giovani, tra i 16 e i 36 anni: l’unico che permette ai vincitori di accedere al Festival della Canzone Italiana. Dall’Accademia della Canzone di Sanremo sono usciti, negli ani scorsi, i Quintorigo, uno dei gruppi musicali più originali degli ultimi anni.
Ragazzi, in bocca al lupo. E se vi andrà bene saremo felici con voi. (Gianni Batz).